L’arcano della forza dell’amore
vedere con gli occhi del cuore la terra del fuoco dell’eros
Il Dottor Angelo Antonio Fierro ci introduce, sapientemente, al tema dell’arcano della forza dell’amore attraverso due affermazioni tratte dalla fiaba di Goethe: “Il Serpente verde e la bella Lilia”:
Il giovane Re: “Questa quarta forza è ancora più antica, universale e sicura e domina il mondo”
Il Vecchio: “L’amore non domina, ma crea e plasma e questo è ancor più”
In queste parole è racchiuso il senso della forza dell’amore e l’essenza di Eros questo essere giovane ed antico, maestro degli Dèi e Daimon tessitore del nostro destino e impulsatore di ogni nostra iniziativa.
Quante declinazioni può avere l’amore?
La risposta che ci viene portata incontro dal Dottor Angelo Antonio Fierro è tante quante la palette del colore rosso, colore per antonomasia collegato all’amore.
Saremo, infatti, accompagnati a scoprire come a ogni sfumatura, dal Rosso Vermiglio al Rosso Carminio, possa corrispondere una qualità dell’amore.
Sostenuto dai colori il Dottor Angelo Antonio Fierro ci mostrerà l’Eros nascosto in Thanatos, e la differenza tra Agàpe e Filia.
Comporremo assieme l’arancio e il viola per cogliere le qualità che vi si celano.
Scopriremo anche le associazioni cromatiche delle due polarità: l’odio e la gelosia.
Rosso, rosso come il sangue, rosso come il cuore organo “imperatore” della nostra esistenza terrena, sia a livello fisico che a livello animico, organo che ci dovrebbe insegnare, come scrive Saint-Exupéry, ad avere uno sguardo più vero rispetto a ciò che ci circonda, poiché:
“È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”
Erika Barioni – collaboratrice volontaria presso la Scuola e allieva dell’ultimo anno della formazione quadriennale in arteterapia del colore secondo il Metodo Stella Maris.
Di seguito il video e la trascrizione della conferenza del Dottor Angelo Antonio Fierro, responsabile medico-scientifico dell’Ente di Formazione Stella Maris, tenuta nella Libreria Ibis Centro di Studi di Cultura Tradizionale a Bologna.
Se vai di fretta, puoi scaricare il comodo pdf:
Partiamo da questo faro magnifico
La fiaba di Goethe, dove incontriamo i tre re: il Re d’Oro, il Re d’Argento e il Re di Bronzo, ognuno di loro incarna una virtù:
Il Re d’Oro la saggezza,
il Re d’Argento la bellezza,
il Re di Bronzo la potenza.
Oltre a questi abbiamo anche il Re Misto, che rispetto agli altri non ha ancora una sua forza “si squaglia”, in lui possiamo in qualche modo identificare il rappresentante dell’umanità. Umanità, che difatti non ha ancora acquisito quello, che verso la fine della fiaba viene presentato come il segreto, segreto che verrà soffiato dal Serpente nell’orecchio del Vecchio, ovvero l’esistenza di una quarta forza, che va oltre la saggezza, la bellezza e la potenza: l’amore.
Riferendosi a questa nuova forza il giovane Re, colui che si unirà alla bella Lidia, dirà: “Questa quarta forza è ancora più antica, universale e sicura e domina il mondo” il Vecchio tuttavia lo correggerà affermando: “ L’amore non domina, ma crea e plasma e questo è ancor più”.
Gli antichi avevano dato un nome a questa forza dell’amore, la chiamavano “Eros”.
Ora per rintracciarne le origini risaliamo al Convivio di Platone che ci parla di due tipi di Eros: uno è l’Eros Pandemos, l’Eros dell’amore sensuale, terreno, l’altro è Eros Uranius ed è l’amore celestiale, spirituale.
L’origine della figura divina di Eros, spesso viene ricondotta, in modo restrittivo all’unione tra Venere e Marte, in realtà la sua genealogia risale all’antica Genesi: egli rappresenta il quinto essere che accade, dopo la notte, l’abisso e il caos.
È una figura primordiale la cui antichità viene sottolineata anche nelle parole del giovane Re.
Già nei misteri Orfici, era risaputo che Eros derivava da “un uovo senza germe” e dopo essere stato generato a sua volta, secondo una certa genealogia, favoriva la nascita dell’essere umano.
Pensiamo a cosa sta dietro a questa figura, questa figura dal punto di vista della divinità degli antichi è la figura di un essere giovane e antico allo stesso tempo.
Sorprendente è trovare
In Platone, Eros, presentato come maestro di Apollo, colui che ha inaugurato l’arte della divinazione, della musica, della medicina; maestro delle Muse; di Zeus: l’organizzatore della società, di Atena: dea dell’intelligenza, di Efesto e di Vulcano, colui che era il fabbro e che genera dal metallo oggetti di più svariata composizione.
Dietro Eros c’è la forza dell’amore che a sua volta genera ed è maestro di tutti quelli che riconosciamo essere portatori di determinate caratteristiche, ma è nello stesso tempo una specie di Daimon, un essere che ha una capacità creatrice, generatrice, stritolatrice, impulsatrice e catalizzatrice.
Che cosa lo muove?
L’Eros è mosso da due caratteristiche: la tensione verso il bello e il desiderio di immortalità nel bene, ha difatti una stretta relazione con l’amore immortale.
Oggi le nostre rappresentazioni di Eros e dell’aggettivo corrispondente: erotico, hanno tutt’altra direzione, rispetto a queste caratteristiche, bisogna tener conto, tuttavia che anche la parte sessuale è una sfumatura di questa forza e per questo non la si può certamente tralasciare.
Leggiamo alcune citazioni, per capire se effettivamente viene colto solo questo aspetto o vi è un significato più profondo.
Woody Allen “Il sesso senza amore è un’esperienza vuota ma tra le esperienze vuote è tra le migliori”
Anaïs Nin, scrittrice americana racconta: “qualcuno mi raccontò una storia divertente su un crociato che aveva messo la cintura di castità alla moglie, lasciando la chiave in custodia al suo migliore amico, in caso morisse. Aveva appena percorso poche miglia quando vide l’amico corrergli dietro furiosamente gridando “Mi hai dato la chiave sbagliata!”
Spesso l’Eros è connesso al mondo del cinema, ecco i pensieri di due attrici a proposito.
Joan Rivers: “prima del matrimonio mamma mi ha spiegato che l’uomo deve stare sopra e la donna sotto, io e mio marito abbiamo dormito tre anni in un letto a castello”.
Marilyn Monroe: “è facile togliersi i vestiti e fare sesso, le persone lo fanno continuamente ma aprire la tua anima a qualcuno, lasciarlo entrare nelle tue paure, nel tuo futuro, nel tuo sorriso, questo è essere nudi”.
Spostandoci, ora, ad una dimensione pittorica, cromatica. Quale colore scegliereste da accostare al tema dell’amore?
Il rosso.
Il rosso, dopo il bianco e il nero, è uno dei primi colori che viene identificato dall’umanità e anche dal bambino.
Del rosso ne vedremo diversa gradazione che ci permetteranno di accostarci all’ampia gamma di qualità della forza dell’amore.
Iniziamo attribuendo all’Eros, che è una delle gradazioni dell’amore, già riconosciuta dai Greci, il rosso dell’equilibrio ovvero una mescolanza equilibrata di rosso carminio e rosso vermiglio.
Ora se noi stendessimo questo colore rosso dell’equilibrio sul suo complementare per antonomasia: il verde, otterremo il marrone, colore splendore della morte, mentre il rosso è colore splendore del vivente.
Questo per arrivare a dire che in fondo dietro l’Eros ci sta Thanatos, la morte.
Eros e Thanatos che apparentemente sono due polarità, in realtà sono l’uno la faccia nascosta dell’altro, anche dietro al Thanatos ci sta Eros.
Due esempi a confermare questa affermazione.
Il primo viene dalla mia pratica clinica. È la storia di una coppia di genitori che perdono il figlio diciottenne, in seguito a questo decidono di fare, singolarmente, un lavoro biografico con me.
Durante il lavoro biografico la madre scopre che gli spostamenti accaduti nella sua vita insieme al marito tracciano delle linee che disegnano una barca a vela, il ragazzo è morto in barca a vela.
La donna decide, poi, di fare lei stessa un percorso di autoconoscenza su come svolgere un lavoro biografico, inizia a dipingere a comporre poesie e alla fine prepara un performance con la quale sta girando in alcune città d’Italia, in cui presenta il suo vissuto elaborato, digerito e rinforzato.
Adesso ha deciso di scrivere la biografia del figlio.
Verrà a Bologna a fare un seminario con me a fine Aprile.
Chiunque abbia l’opportunità di conoscerla e frequentarla comprenderà cosa significa questa forza dell’Eros che sta dietro il Thanatos.
Il secondo esempio arriva dagli Stati Uniti, dal Connecticut.
Nella scuola elementare Sandy Hook un ragazzo armato fa una strage uccidendo una ventina di persone tra cui bambini, insegnati.
Una delle madri decide di confrontarsi con l’omicidio del figlio.
Suo figlio di sei anni e mezzo quella mattina aveva scritto sulla lavagna di casa tre parole: nurturing, healing e love (cresci, guarisci, ama), questo messaggio diventa per lei ragione e forza di perdono, che la porterà non solo ad indagare sulla biografia dell’adolescente che ha commesso la strage, ma ad incontrarlo.
Qui la forza dell’amore che si è fatta perdono ha agito in maniera fortissima, la gradazione del rosso si è spostata verso il rosso porpora o rosa fior di pesco.
Il rosso porpora è quel colore che corrisponde alla forza del perdono che possiamo anche chiamare Agàpe (in greco l’amore spirituale per eccellenza).
Agàpe ha anche un altro corrispettivo: la filia, l’amore filiale, l’amore amicale, questo ha un carattere diverso, e può essere associato al rosso scarlatto, rosso cardinale.
In realtà i due termini Filia e Agàpe vanno veramente tenuti distinti.
Questa distinzione è molto chiara, nell’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, dove il Cristo chiede continuamente a Pietro : “Mi ami?” e lui risponde, ma risponde sempre con Filia e mai con Agàpe, questo mostra come Pietro non riesca a risvegliare la qualità d’amore richiestagli.
I Greci antichi sapevano distinguere i diversi gradi di amore, parlavano di Eros quando era il momento di parlarne e questo Eros sapeva naturalmente, pur sdoppiandosi nelle due facce che vi ho detto, confrontarsi da un lato con la Filia e dall’altro con l’Agapé.
Adesso prendiamo in considerazione i due estremi del rosso :
uno è il vermiglio, più vicino al giallo; questo rosso ha la qualità dell’amore per la vita, dell’entusiasmo, dell’amore che genera iniziative e creazioni; senza questa qualità non ci sarebbe una forza trainante sociale che duri.
Spostandoci sul versante del blu, o meglio il rosso che più si avvicina al blu abbiamo il rosso carminio, che ci porta incontro un’altra qualità d’amore: la fraternità.
Parlando di amore non ci possiamo dimenticare delle polarità: l’odi et amo e la gelosia.
In senso coloristico possiamo dire, che il porpora sporco si ricollega maggiormente al tema dell’odio; l’odio è il versante opposto dell’Agápe, ed è infatti nell’ombra del porpora che s’intravvede il vizio dell’odio.
La gelosia si identifica con due aspetti differenti: la gelosia da invidia e la gelosia da avarizia.
La prima è una gelosia giunonica, che colpisce la cistifellea, e a cui possiamo collegare il vermiglione sporco.
La gelosia da avarizia, invece colpisce la vescica urinaria ed è rappresentata dal carminio sporco.
Esiste un’altra gradazione di rosso interessante che è quella del rosa, la quale ci porta incontro una diversa qualità di amore: la gratitudine.
La gratitudine è in realtà una forza d’amore
È importante sottolineare che quando parliamo di gratitudine, di perdono, di fraternità, alla base vi è sempre la stessa forza, forza di cui parlava il Vecchio nella fiaba di Goethe, creatrice generatrice: l’amore
E proprio una forza generatrice è quella che ci viene portata dall’immagine coloristica del Terra di Siena bruciato, qui abbiamo un seme di amore che viene immesso nella terra ogni volta che nasce un nuovo essere alla terra.
Entriamo ora nel tema del rosso nascosto in altri colori, ad esempio nell’arancio (miscela di giallo e rosso).
Interessante è vedere come vengano miscelati: se mettiamo sotto il rosso e sopra il giallo, allora otterremo un arancio caldo, che ci parla di una saggezza operante, facendo il contrario (giallo sotto – rosso sopra) otterremo un arancio più luminoso corrispondente a una saggezza pensata. Nel caso in cui i due colori venissero mescolati a casaccio avremo un arancio libero in cui è possibile vedere rispecchiato il coraggio.
D’altronde giocando con le parole Eros ed Eroe possiamo anche rappresentarci quale forza di Eros ci sia in un eroe quando compie le sue gesta.
Il viola è un altro rosso nascosto, una miscelazione di rosso e blu.
Stendendo il rosso sotto e il blu sopra otterremo il colore viola-rosso che ci porta incontro il carattere della devozione. Il tema della devozione rappresenta, in un certo senso, una soglia, soglia necessaria per attraversare la realtà di una volontà operante, ossia di una volontà che opera sulla terra, e d’altro canto ha una premessa che è quella dell’umiltà. L’umiltà in fondo è la qualità che porta allo sviluppo della devozione.
Questa umiltà la vorrei richiamare dall’episodio della “Lavanda dei piedi” tratto dal Vangelo di Giovanni, in questo episodio c’è la particolare combinazione di due segni zodiacali: uno si intuisce facilmente poiché quando si parla di piedi abbiamo certamente a che fare con i Pesci.
Ma l’altro qual è?
L’altro lo possiamo ricavare dal fatto che il Cristo, quando si appresta a lavare i piedi, si lega alla vita l’asciugamano e qui abbiamo a che fare con la Vergine.
L’asse pesci/vergine è un’asse fondamentale per la medicina antroposofica, perché i medicamenti antroposofici sono esposti alle forze dei Pesci e della Vergine, sono preparati secondo questa attenzione, possiamo identificarlo come l’asse della guarigione per eccellenza.
Attraverso l’asse pesci/vergine noi “laviamo i piedi nel sangue dell’anima” ed questo è quello che fa il Cristo, inoltre egli li asciuga: “asciuga i piedi sulla pelle dell’anima”.
Sangue e pelle, sangue e nervo (poiché la pelle ha la stessa derivazione embriologica del nervo) questi binomi ci portano a riconoscere l’aspetto chiave da cogliere nel valore del viola-rosso, nel valore del rosso che si esprime in questa qualità di viola, e ancora di più della sua forza iniziatrice e di questa qualità della devozione, necessaria per poter accedere a piani più alti.
Nel caso opposto in cui sia il blu sotto e il rosso sopra?
In questo caso per trovarne la qualità mi sono ispirato ad un fiore: l’aquilegia, che è chiamato nel detto “l’amor nascosto”: l’amore serbato in cuore.
Guardiamo ora le caratteristiche del viola chiaro o lilla, dove incontriamo un’altra qualità di amore: quella della Compassione, quella generatrice dell’altruismo, quella del Samaritano che si ferma dal ferito lungo la strada.
Attraverso questo rosso, declinato in diverse gradazioni, tante sono le diverse gradazioni di amore che possiamo distinguere tenendo presente che il punto centrale da cui siamo partiti è quello dell’Eros, perché è qui che si esprime massimamente la forza di amore sulla terra.
Negli incontri precedenti abbiamo camminato in vario modo su diversi elementi: abbiamo camminato con i piedi per terra, abbiamo “camminato con i piedi sull’acqua”, con “i piedi per aria”, questa sera “cammineremo con i piedi sul fuoco”.
La parte interessante è che questa “camminata sul fuoco” noi in realtà la compiamo nella misura in cui cerchiamo di lavorare a 360°, quindi come in un angolo giro, nell’angolo giro dell’amore, nella sfera d’amore, che è una sfera di calore che continuamente emette irradia calore, e costantemente si espande e per questo ha bisogno di essere nutrita, e qui faccio riferimento soprattutto agli anemici, ma più in generale non solo nutrita fisicamente ma sul piano dell’anima e dello spirito, e questo nutrimento oltre ad espandersi irradia verso altri, irradia forze verso altri.
Tutto questo ci permette di rapportarci anche con la forza più difficile declinata finora ovvero il perdono.
Il perdono è una forza chiave alla quale si accede per gradi, non la si può conquistare tutta d’un colpo, la stessa vita ci mette alla prova su questo tema.
In italiano PER-DONARE
In inglese FOR-GIVE
questi due termini sottolineano il tema centrale di questa forza ovvero il DARE, il DONARE, il DONO ed è proprio attraverso il dono che accade qualcosa di meraviglioso, che si potrebbe rivelare di importanza fondamentale anche sul piano storico sia a livello micro-sociale che macro-sociale.
Alla base del perdono vi è l’opportunità di “enmendar el error” correggere l’errore: l’errore altrui e il mio errore, un’opportunità davvero unica.
Questa opportunità è tale che se la guardiamo a 360 grandi, secondo l’immaginario cosmico, abbiamo le dodici costellazioni zodiacali ed questo che incredibilmente viene indicato nel numero 78 (somma dei primi 12 numeri) della smorfia napoletana, collegato proprio alla camminata sul fuoco.
Il numero 78 ci indica esattamente qual è il significato simbolico del camminare sul fuoco.
La forza dell’amore è strettamente legata al cuore, che miscela questa tendenza portata dal rosso vermiglio con la tendenza portata dal rosso carminio.
Il cuore sa miscelare il sangue in modo da trasformarlo in continuazione servendosi di tutti gli organi nella grande circolazione e del polmone nella piccola circolazione.
Il cuore è un Athanor della forza dell’amore, un grande contenitore duale, che riceve e dà, ed aspira a dare più di ciò che riceve.
Sul piano eterico riesce in questo: riesce a dare più di quel che riceve, sul piano vitale, sul piano di quello che riesce ad espandere attraverso la forza di elargizione e di generosità.
Il cuore è sia un organo di fuoco che un organo di terra.
È un organo di fuoco perché ha questa capacità di variare la temperatura, in sé stesso : la temperatura del cuore sinistro è un po’ più fresca, rispetto alla temperatura del cuore destro, ma è in questa differenza che si esprime massimamente la capacità di incarnarsi del nostro Io, del nostro essere spirituale, ecco perché è “l’imperatore” del nostro corpo.
È “l’imperatore” del nostro corpo, ed è lui che rappresenta l’autentica morte dell’essere umano sul piano terrestre, quindi non quella cerebrale.
È un organo meraviglioso al centro come alla periferia, perché anche alla periferia il cuore agisce e dove agisce?
C’è un piccolo cuore sotto la pianta dei piedi, ogni volta che poggiamo per terra un piede diamo l’impulso al cuore periferico di risalire.
Cammino per terra e mi elevo verso il cielo, questo è quello che fa il cuore periferico, mentre il cuore centrale riceve e dà.
Prima abbiamo citato il tema del Daimon, ma non completamente: una delle caratteristiche di Eros è di essere antico ma apparire giovane, di essere il maestro di altri dèi, ma anche di essere un Daimon.
Ora traggo da James Hillman, uno psicanalista di formazione junghiana, la descrizione del Daimon.
Ci accorgeremo come lui non abbia ancora il coraggio di esprimere fino in fondo il senso spirituale, che noi al contrario dobbiamo cogliere nelle sue parole : “Prima della nascita l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o un disegno che poi vivremo sulla Terra e riceve un compagno che ci guidi quassù, un Daimon che è unico e tipico nostro. Tuttavia nel venire al mondo ci dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti, è il Daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino”
Ma chi è questo Daimon?
È l’Angelo.
È lui il tessitore che raccoglie del nostro destino la tela, l’arazzo che noi abbiamo costruito nel giro di anni, nel giro dei millenni; lui tiene l’archivio in memoria ed è lui il fedele compagno che a volte appare e a volte scompare, questo è il suo compito: lui sa quando può e deve accompagnarci in particolare nei primi tre anni di vita, e poi anche a seguire, e quando però deve staccarsi un po’ di più, per permetterci di essere veramente e apparentemente soli, ma soli in senso solare per poi riagganciarsi di nuovo.
In realtà questo Daimon è la forza per fare tutto ciò che facciamo, è questa forza d’amore, questo Eros che non solo scocca le frecce per farci innamorare, cosa lodevolissima come impegno, ma che ci impulsa dall’interno e che ci porta a costruire il nostro stesso destino, il nostro stesso percorso di vita, è quello che ci sprona; è quello che soffia in noi l’entusiasmo primordiale, questa forza primordiale, che si chiama forza dell’amore, forza del Daimon, forza dell’amore sulla terra, forza dell’amore spirituale.
Nell’incontro passato abbiamo visto come clamorosamente ciò che alcuni considerano stolto invece può essere profondamente saggio. Sta sera abbiamo sfiorato l’arcano della forza dell’amore, abbiamo cercato di vedere come dice Saint-Exupéry, “con gli occhi del cuore”, con uno sguardo diverso, uno sguardo che ponga finalmente la centralità del cuore non solo all’interno della fisiologia del corpo umano, ma della fisiologia dell’anima umana, se siamo in grado di tener ben presento questo punto fondamentale, allora potremmo accedere al prossimo arcano che sarà quello della libertà.
Ti è piaciuto e vuoi conservare questa esperienza?
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