Orientata alla “salutogenesi”, che studia le sorgenti della vitalità, psichica e spirituale, l'Arteterapia ad indirizzo antroposofico intende disturbi e malesseri, come una disarmonia per cui l’essere umano è costretto a ritirarsi, a separarsi, a dividersi dalla sua unità psico-fisica.
Il risanamento è il ricongiungersi di ciò che si era disunito, ricreando la totalità originaria
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L'Arteterapia ad indirizzo antroposofico è un approccio non-verbale che promuove la salutogenesi, favorisce il riequilibrio e una condizione di pienezza psico-fisica. Si fonda sull'osservazione della persona, del suo processo creativo e dell’elaborato artistico.
Il fare pittorico diviene quel linguaggio non verbale attraverso cui leggere la condizione animico-emozionale, e organico-vitale. Nell’atto del dipingere l'Arteterapeuta riconosce tutti i processi che avvengono negli organi come processi di colore, e ogni squilibrio o sofferenza viene considerata come corruzione o deviazione dal colore puro che si cela dietro al corrispondente processo vitale.
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Fin dall'antichità, guarire voleva dire ricreare l'unità perduta riavvicinandosi all'immagine archetipica delle forze creatrici di origine celeste, da cui ricevere nuovi impulsi rigeneranti e di vita.
L'Arteterapia antroposofica mira ad attivare questi stessi impulsi vivificanti perché non solo le risorse fisico-vitali, ma anche le forze del cuore siano coinvolte nello sforzo di risanamento.
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Nell’individuale e personalissima tavolozza di combinazioni cromatico-biografiche presenti in ognuno di noi è possibile leggere artisticamente l’individualità che vi si cela, e nel presente offuscata dalla sofferenza, e intravedere nello svolgersi temporale del percorso arteterapeutico l’Io risanatore che attende di essere disvelato.
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