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Far circolare il denaro come il sangue


All’interno del Tarocco osserviamo la presenza di quattro semi: Spade, Coppe, Bastoni e Denari.

Anche il seme dei Denari, come negli altri, presenta la sua Regina e il suo Re, così come Fante e Cavaliere.


Il Tarocco è un libro sacro. Come è possibile che all’interno di questo venga inserito un oggetto così sporco e terribile come il denaro?


“L’argent fait la guerre” l’argento fa la guerra, dicono i nostri cugini francesi, mentre noi rincariamo ancora la dose: “Il denaro è lo sterco del demonio! La radice di ogni male!”

In realtà, relativamente al Tarocco, il denaro altro non è che il contatto diretto con la Terra, la fisicità, la concretezza e il benessere di questo aspetto, è la base su cui ci possiamo radicare ed è un aspetto impregnato di sacralità.

Nell’arcano XXI, Il Mondo, il seme dei Denari viene rappresentato come un bovino (o anche un cavallo, per alcuni). Ciò è significativo: è l’animale di cui posso alimentarmi, con cui posso arare campi o fare viaggi. Il denaro è un mezzo con cui l’Anima può svolgere la sua Missione.

Oggigiorno, siamo sempre più inclini al distacco da un rapporto sano e consapevole con lo strumento denaro, incitati anche dal galoppante avanzare della virtualità che assegna tutta la nostra incosciente compulsività a carte di debito o credito.

L’essere costantemente invitati a non toccare più i soldi con le mani, perché “poco pratici” o addirittura “sporchi e pericolosi”, ha risvolti significativi all’interno del nostro inconscio, tanto individuale quanto collettivo. Se essi indicano la concretezza, la realtà tangibile, vuol dire che su un certo piano questa viene ritenuta qualcosa di brutto per noi, impedendoci così di esprimere i nostri potenziali.



La moneta e i suoi albori

Andiamo maggiormente a fondo: La moneta vede i suoi albori qualche secolo (intorno al VI) prima di Cristo e nasce come oggetto di alta ingegneria per sopperire alle iniquità che creava il baratto. Ha in sé quindi il seme della Giustizia e dell’equilibrio. Già sull’etimologia delle parole legate alla ricchezza varrebbe la pena di dilungarsi.

“Soldo” era semplicemente il nome di una moneta risalente all’età imperiale romana, mentre il “Denaro” indica il valore di dieci assi. “Moneta”, invece, era l’epiteto della dea Giunone e deriva dunque dal verbo latino “moneo”, ammonire, avvertire. Fa riferimento alla famosa vicenda delle “Oche del Campidoglio”, una delle prime versioni che i liceali si trovano tendenzialmente ad affrontare.

L’episodio narra di un attacco dei Galli al Campidoglio, che fu in parte evitato grazie allo starnazzare delle oche, animali sacri a Giunone, di fronte al pericolo. Grazie a queste, i Romani respinsero il possibile assedio. Successivamente tentarono di contrattare con i Galli attraverso l’oro, ma questi avevano delle bilance truccate e verrà poi pronunciata la frase: “Non auro, sed ferro, recuperanda est patria”, “Non con l’oro, ma col ferro si riscatta la patria!” (e su oro e ferro, il dott. Angelo Fierro dirà qualche parola). Vinti i Galli, fu istituito un tempio sul Campidoglio dedicato alla Giunone Moneta.

Se “moneta” è “avvertimento” risulta quindi evidente la necessità di indagare sul nostro rapporto con essa, che cosa sta dicendo di noi e a noi? Dove siamo stati e dove vogliamo andare? Chi siamo e chi vogliamo essere?

A seguire leggerete la conferenza del dott. Angelo Fierro che ci guiderà verso questa interessante autoanalisi e l’ascolto del messaggio che portano le nostre monete. Egli spiegherà anche e soprattutto i nessi tra questo strumento e la salute del nostro corpo. Il denaro può dunque essere il riflesso non solo delle nostre intenzioni e dello stato dei nostri corpi più rarefatti, come quello Mentale e Astrale, ma anche e soprattutto di quello Fisico.

Buona lettura!

Benedetta Clemente – studentessa di Lettere Moderne presso Alma Mater Studiorum di Bologna attualmente nel percorso di tirocinio curriculare presto Stella Maris.

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Conferenza del Dottor Angelo Antonio Fierro, responsabile medico – scientifico dell’Ente di Formazione Stella Maris, tenuta alla Libreria Ibis Centro di Studi di Cultura Tradizionale a Bologna

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