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Progetti Micheliani, un sogno diventato realtà? Sì, ma anche un “sano” atto economico


Progetti Micheliani, un sogno diventato realtà?


Progetti Micheliani: è il nome assunto da un gruppo di lavoro senza scopo di lucro riconosciuto e ufficializzato dal Consiglio Direttivo della Scuola di Arteterapia Stella Maris.

Promosso da Manuela Micheletti e Claudia Benichio, allieve del secondo anno della scuola di arteterapia del Colore, da subito il gruppo si è impegnato nell’arduo compito di raccogliere fondi per le esigenze che questi difficili momenti storici stanno causando ad Allieve e Allievi, ma anche per rispondere positivamente alle richieste di aiuto da parte di persone di tutte le età e di tutti i generi.


Ascoltare per aiutare

Non sono poche, le richieste: provengono da donne con disturbo da stress post-traumatico (PTSD); bambini, giovani uomini e donne.

Adulti soggetti a dipendenze: da quelle di sostanze reali a quelle virtuali del web; Vittime di abusi e violenze; da malati con disturbi nella sfera alimentare; da anziani con demenza senile, da bambini con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività); da soggetti psicodepressi dalle attuali misure obbligatorie da rispettare per l’emergenza Coronavirus-19.

Un aiuto concreto

Altrettanto ampio l’obiettivo di raccolta fondi sul Portale “dona per il dono”: 40.000 euro (per l’ampliamento dei locali, delle Artiterapie e delle attività correlate, umanitarie e culturali) di cui raccolti, a un mese circa dalla fine, 32.000 (circa l’81%) e per i quali ringraziamo tutti i donatori.

Il periodo di lockdown

Il periodo di lockdown del 2020, e il conseguente stato di ristrettezza economica che ne è conseguito e che perdura ancora, ha fatto nascere nelle due promotrici dell’iniziativa un sentimento di aiuto e sostegno per tutte le necessità che la realtà del percorso arteterapeutico comporta.

Ben consapevoli dell’apporto terapeutico del colore, della musica e del modellaggio nelle più svariate attuali patologie, hanno deciso di sostenere in questo momento delicato la Scuola di Artiterapia Stella Maris nei suoi progetti, nelle sue finalità e nelle borse di studio ad allievi in difficoltà. La buona riuscita in cui si è avviata l’iniziativa, forse può stupire o rimanere “etichettata” in un ambito tra il caritatevole e la beneficenza che però ne limita fortemente l’essenza economica reale e sana.


Il denaro come dono per le necessità sociali

Infatti il denaro di dono per le necessità sociali, come va chiamato, è il più produttivo in senso economico: più del denaro di acquisto per la soddisfazione di bisogni, e più del denaro di prestito per iniziare un’attività perché, nel processo economico reale, rappresenta la fine e l’inizio di un sano ciclo economico: da seme diventa frutto pieno di semi, per un’ulteriore ciclo economico di vita.


La storia del contadino

Se riflettiamo, la compravendita di merci è l’atto originario del processo economico sano, reale, concreto. Finché le mele restano sull’albero o sono mangiate dal contadino che le raccoglie, non c’è nessun processo economico in atto. Ma se il contadino porta le mele al mercato, ecco che questo processo ha inizio.

E inizia su dati reali, non su dati virtuali e in senso economicamente malsano (vedi le continue crisi economiche degli ultimi 30 anni, e la presente del denaro e ambientale che c’era già anche prima del Coronavirus-19) come siamo usi a fare oggi.

Poi il processo reale continua fino a che il contadino ha raccolto denaro in sovrabbondanza rispetto alle sue esigenze produttive e familiari.

Quel denaro in più, che altrimenti languirebbe dentro un materasso, attiva un’ulteriore fase sana del processo economico: il prestito. Con il denaro di prestito un ragazzo di oggi potrebbe far partire una start-up per una nuova APP, uno di ieri poteva aprire l’officina da elettrauto.

E quando anche lui ha raccolto più denaro di quello che gli serve (oltre a compravendere qualcosa e/o prestare a sua volta a qualcun altro) può donarlo. E così apre la terza fase del sano processo economico: quella in cui il denaro, come tutto ciò che appartiene alla Natura, appassisce e muore… in realtà per far nascere una nuova vita.

Se immagiamo la persona che tira fuori dalle proprie tasche il denaro per acquistare una merce, vediamo che con il denaro di acquisto nasce il processo economico originario, archetipico; se poi lo immaginiamo prestare l’eccedenza di denaro a un altro perché inizi la sua attività, vediamo che con il denaro di prestito il processo economico sano diventa adulto; se infine lo immaginiamo donare l’ulteriore eccedenza, vediamo la fine del processo economico sano: corrispondente, nel mondo vegetale, animale e umano all’invecchiamento e alla morte.


Il processo economico

Nel processo economico reale vediamo continuamente questo nascere e morire del denaro: funzione vitale indispensabile, la morte di qualcosa, perché qualcos’altro possa vivere: pensiamo all’esca viva sull’amo del pescatore che poi va in pancia al pesce catturato; e poi pensiamo al pesce catturato che poi finisce in pancia al pescatore.

In definitiva, donando non si compie solo un atto “buono e lodevole”, ma si contribuisce in modo sano al processo economico reale, concreto: quello che l’esagerata sovrastruttura finanziaria virtuale odierna sta continuamente intossicando. Economia perciò non rispondente alle necessità sociali e di conseguenza fortemente distruttiva dell’ambiente planetario.


Quindi supportando l’iniziativa “Aiuta Stella Maris ad aiutarli”

dei Progetti Micheliani, si compie un atto economico, anche se piccolo, che aiuta in concreto l’Economia del Paese.

Un grazie anche economico, non solo di cuore.


Andrea Di Furia


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