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“E le persone che stanno in carcere sanno disegnare così bene?”


“Parlando con Tommaso Virgili, papà di una delle bimbette che erano nel mio gruppo di asilo e responsabile dell’area didattica carceraria (CIPIA 9), è uscito fuori il discorso sui tirocini e sul suo lavoro come insegnante nelle carceri di Latina. Ho colto la palla al balzo parlandogli della nostra formazione e del progetto di arteterapia che avrei voluto proporre, e ha sposato appieno questa iniziativa.”

Inizia così la storia che ha dato vita all’esposizione curata da Rossana Pane, arteterapeuta secondo il Metodo Stella Maris, presso la Loggia dei Mercanti di Sermoneta il 18 e 19 luglio 2020.


“E le persone che stanno in carcere sanno disegnare così bene?”


È stata questa la domanda sorta spontanea ad una bimbetta di circa 7 anni, osservando i dipinti che nel fine settimana del 18 e 19 luglio 2020 hanno ornato la Loggia dei Mercanti di Sermoneta in occasione del “Maggio Sermonetano”.

L’Artererapeuta Rossana Pane, in collaborazione con il referente del Cipia 9, il professor Tommaso Virgili, ha esposto gli interi percorsi pittorici di Arteterapia del Colore secondo il Metodo Stella Maris. nati nella sezione di massima sicurezza maschile e nell’area femminile della Casa Circondariale di Latina. Le opere hanno visto la luce in una cornice del tutto peculiare.

Attraverso il susseguirsi dei dipinti, portavoce delle individualità che, con coraggio, hanno palesato attraverso il colore gli spaccati delle loro anime, è possibile percepire come si sia potuto lavorare sullo scioglimento di quelle sbarre animiche generate nel tempo, creando una via d’uscita e uno spiraglio di luce verso una libertà interiore.

Il progetto nasce nell’anno accademico 2018/2019 nell’ambito dei tirocini attivi per conseguire il diploma da arteterapeuta alla scuola del Colore Stella Maris.


Come ha avuto avvio il percorso arteterapeutico con il carcere di Latina?


Leggiamo direttamente le parole di Rossana Pane che racconta com’è nata questa esperienza e come si è svolta, anche in relazione all’emergenza pandemica che ci ha tutti coinvolti:

“Ho sempre avuto chiara la volontà di volermi confrontare con tematiche forti e il carcere è sempre stata una di queste. All’epoca ero maestra d’asilo nella scuola waldorf di Latina e parlando con Tommaso Virgili, papà di una delle bimbette che erano nel mio gruppo di asilo e responsabile dell’area didattica carceraria (CIPIA 9), è uscito fuori il discorso sui tirocini e sul suo lavoro come insegnante nelle carceri di Latina. Ho colto la palla al balzo parlandogli della nostra formazione e del progetto di arteterapia che avrei voluto proporre, e ha sposato appieno questa iniziativa.

In primis è stato lui ad avvicinarsi alla pittura, ha sperimentato la valenza su se stesso ed essendone rimasto entusiasta mi ha donato parte delle sue ore di lezione per consentirmi di poterlo proporre al braccio femminile.

In quell’anno abbiamo portato due sequenze “Aspromonte” e “Itaca” da 7 dipinti ognuna: la prima ripercorrendo un viagggio attraverso paesaggi della natura, la seconda attraverso paesaggi dell’anima. Il riscontro è stato talmente tanto positivo che quest’anno siamo riusciti ad attivare un progetto “Thule” anche per il braccio maschile interrottosi, purtroppo, per il lockdown. Nell’area femminile invece abbiamo coinvolto l’attuale diplomando Ottaviano Sbardella, che sotto la supervisione della Scuola Stella Maris ha iniziato una sequenza da 12 dipinti.

Sempre nell’ambito della casa circondariale ho avuto modo di incontrare dopo tanto tempo un caro amico musicista, Massimo Gentile, anche lui coinvolto all’interno con laboratori artistici musicali per i detenuti. Massimo è il responsabile dell’iniziativa che ogni anno si svolge a Sermoneta: il Maggio Sermonetano. E’ una rassegna artistica che vede trasformarsi il paesino in un tableau vivant per tutti i fine settimana di Maggio. Concerti, esposizioni d’arte, laboratori…il tutto in una cornice paesaggistica medievale.

Per ovvie ragioni quest’anno l’iniziativa è stata spostata a luglio e ci è stato offerto un posto espositivo sotto la loggia del paese. Come prossimo progetto con Massimo, c’è la volontà di entrare attivamente nel carcere Romano di Rebibbia.”

Cosa significa fare arteterapia?


“L’Arteterapia a indirizzo antroposofico è un approccio che considera disturbi e malesseri come una disarmonia, per cui l’essere umano è costretto a ritirarsi, a separarsi, a dividersi dalla sua unità psico-fisica armonica. Il risanamento è il ricongiungersi di ciò che si era disunito, ricreando la totalità originaria. Il fare pittorico mira ad attivare questi stessi impulsi vivificanti perché non solo le risorse fisico-vitali, ma anche le forze del cuore, siano coinvolte nello sforzo di risanamento perseguito. Nell’individuale e personalissima tavolozza di combinazioni cromatico-biografiche presenti in ognuno di noi è possibile leggere artisticamente l’individualità che vi si cela, e intravedere nello svolgersi temporale del percorso arteterapeutico l’Io risanatore che attende essere disvelato. Ogni individuo, attraverso un percorso nel colore, impara ad armonizzarne le sfumature e ad ammorbidire i gesti delle pennellate. Così come i colori entrano in dialogo con i nostri sentimenti, le emozioni vengono palesate direttamente sul foglio: interiorità e mezzo artistico divengono un tutt’uno.”


Rossana Pane – maestra Waldorf presso i centri di Latina e arteterapeuta del colore secondo il Metodo Stella Maris e collaboratrice presso l’Associazione Stella Maris . Fa parte del Gruppo Iniziativa Giovani formato nel 2016, in collegamento con il Goetheanum nella persona di Constanza Kaliks. In tale ambito ha lavorato alla realizzazione dei primi tre Convegni Antroposofici Nazionali per Giovani in Italia, occupandosi insieme al maestro d’arte Neri Pierozzi, della parte artistica. Sempre al fianco di quest’ultimo, nel 2018, ha condotto il contributo italiano al Convegno dei popoli Latini dal titolo “ Anima Umana” a Dornach.

Il percorso arteterapeutico che risana e ricongiunge ciò che si è disunito è la nostra Formazione artistica biennale.

Se invece vuoi diventare anche tu arterapeuta, scegliendo di aiutare gli altri, come Rossana Pane, puoi iscriverti alla Formazione arteterapeutica quadriennale.

Oppure puoi CONTATTARCI per avere maggiori informazioni!


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