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Scopriamo la Musicosophia: l’arte consapevole dell’ascolto della musica

  • Posted by Stella Maris
  • Date 1 Dicembre 2017
  • Comments 1 comment

Ami la musica? Non conosci nemmeno una sua nota, ma ne cogli il calore segreto e ti parla?

Musicosophia è un metodo di ascolto consapevole della musica che si rivela come arte per l’ascoltatore in quanto scoperta creativa del mistero racchiuso nel mondo dei suoni.


 

Per chi  ama la musica anche senza conoscerne una nota

 

Ideatore e fondatore di tale metodo è il prof. George Balan musicologo e filosofo rumeno nato nel 1929.

Egli dopo aver insegnato per 22 anni Estetica Musicale al Conservatorio di Bucarest, per motivi politici si è stabilito in Germania dal 1977.

Balan ha chiamato Musicosophia il metodo dell’ascolto cosciente della musica per focalizzare l’attenzione sul fatto che la musica dei grandi maestri cela un contenuto filosofico e una saggezza accessibile a tutti coloro che sono desiderosi e disposti ad esercitare la loro percezione in tal senso.

La Musicosophia è il metodo dell’ascolto cosciente della musica

Egli ritiene che la grande musica sia sempre stata in attesa di essere scoperta nel suo significato più profondo e per questo ha cercato e studiato un metodo che permetta all’ascoltatore interessato di penetrare fino ai livelli più profondi della musica. Viene posto quindi l’accento che la musica è principalmente rivolta a chi l’ascolta e che, finalmente, è giunto il momento di dare uno spazio ed un tempo per questo.

Il fulcro per ogni persona e per ogni età della vita è scoprire, incontrare e sviluppare le proprie capacità creative così da aggirare l’insieme degli aspetti tecnici dell’attività musicale che rappresentano spesso un ostacolo quando si voglia penetrare nel linguaggio profondo nascosto nella musica.

 

George Balan, da Musicosophia alla luce dei 12 sensi, CambiaMenti 2017, di Cinzia Fierro

 

La Musicosophia in campo pedagogico e sociale

La Musicosophia ha anche aperto la strada alla possibilità di applicare tale metodo in campo pedagogico e sociale. Il metodo pedagogico si basa su “giochi di ascolto” in cui i bambini, stimolati all’ascolto di piccoli brani accuratamente scelti in base alle loro età e capacità, canticchiano le melodie, le distinguono, ne intuiscono il carattere identificandole con i personaggi di una storia, seguono l’andamento melodico grazie alla raffigurazione in disegni ed il naturale movimento delle mani. Viene così risvegliata la naturale inclinazione dei bambini verso la musica stimolando in loro il gioco e la creatività.

Nel sociale, l’esperienza con gli anziani, in struttura o anche a casa, acquista una certa incisività perché li riporta alla loro storia personale attraverso l’ascolto e a poter canticchiare, in gruppo o singolarmente con chi gli sta accanto, melodie conosciute e/o ad entrare in contatto anche con musiche nuove, ma che aprono a loro universi diversi. Quando questo è permesso dalle condizioni cliniche, seguono volentieri le melodie con il gesto. La condivisione in gruppo facilita la comunicazione degli aspetti emotivi che hanno bisogno di essere espressi.

La sostanza che caratterizza questo metodo è vivere la meditazione musicale come una strada che ci conduce “dal guscio al nocciolo” rappresentando la sapienza di trattare la musica in modo tale da diventare partecipi della sua forma spirituale a partire dal semplice ascolto.

 

Chi vorrà avere un’esperienza diretta potrà farlo nella sede della Scuola Stella Maris sabato 3 e 17 febbraio e sabato 3 marzo 2018: nei tre incontri sul tema “Musica come superamento della Solitudine esistenziale” eserciteremo l’arte dell’ascolto sulle note di tre grandi Compositori.

 

Gioco di ascolto: l’organo dei piedi, da Musicosophia alla luce dei 12 sensi, CambiaMenti 2017, di Cinzia Fierro

Il Metodo della Musicosophia

Come percorrere e conoscere tale metodo? Quali le basi?

Innanzitutto è fondamentale accogliere la musica grazie al triplice silenzio del prima, del durante e del dopo.

Creare lo spazio per la musica vuol dire dedicargli del tempo in modo che non diventi un sottofondo ad altre attività, come spesso succede nella nostra epoca. Rimanere in silenzio dopo l’ascolto della musica è importante affinché continui a risuonare in noi:  grazie all’affievolirsi del suono fisico, essa comincia a diventare interiore.

La musica interiore quale eco spirituale è l’inizio della meditazione per entrare poi nel flusso dei suoni ed iniziare a percorrere le fasi che caratterizzano il metodo di Musicosophia.

Già un buon ascolto ripetuto ci conduce alla rivelazione graduale dell’idea generale dell’architettura musicale:

“….in cui il tempo musicale diventa spazio musicale-spirituale. Solo un lavoro investigativo ci rende possibile identificarci con la natura spirituale insita nei suoni” (G. Balan).

Un po’ alla volta scopriremo che le idee musicali, che gradualmente si sono rivelate a noi, hanno un percorso evolutivo. Inoltre comparandole attentamente ci accorgiamo che la nostra rappresentazione del significato dei suoni diventa ancora più profonda e completa. Emergerà così la “sfinge”, “la cattedrale sommersa” (termine che Balan riprende da un improvviso di Debussy) che è celata nel cuore della musica.

“Ad una meditazione musicale più avanzata, la musica si rivela come l’appello di un mondo soprannaturale che invita il nostro spirito, cioè la nostra anima purificata e trasfigurata, ad unirsi ad esso”.

Cattedrale musicale, immagine tratta dalla rivista Musikorer und Geist

Le quattro fasi del Metodo di Musicosophia

Quattro sono le fasi che caratterizzano il cammino verso la conoscenza, la saggezza e l’aspirazione spirituale della musica.

La Prima è quella dell’Ascolto Ripetuto del brano che rende coscienti le prime impressioni ed emozioni suscitate dall’ascolto. Ascoltando più volte ed in modo costante cominciano a dipanarsi le prime idee musicali avvolte dall’elemento del sentire. Siamo qui nella sfera dell’esperienza emotiva e visiva della musica che, ancora indifferenziata, è unitaria e si può collegare all’anima senziente.

La Seconda è quella del Canticchiare attraverso cui si manifesta un naturale vitale bisogno assimilabile all’attività del respiro e del pensiero. Nel ripetere la melodia, possiamo prestare attenzione al flusso musicale ed al suo andamento cominciando ad individuare in modo più chiaro l’idea musicale. Si caratterizzano e si distinguono gradualmente le diverse atmosfere, si scopre la struttura di un brano e se ne riconoscono le varie connessioni. Siamo nel campo dell’analisi e della riflessione che ci aiutano a comprendere meglio l’architettura musicale connettendoci così all’anima razionale.

La Meloritmia rappresenta la Terza fase in cui si esegue col gesto la struttura musicale fino a disegnarne la forma che renda visibile ciò che il nostro gesto ha già sentito con un ascolto attento. In tal modo la percezione musicale, pur tornando emozionale, ha acquisito un livello superiore che, integrando il sentire ed il pensare, porta all’espressione volitiva del gesto e dà un carattere spirituale e mistico da accordarsi con l’anima cosciente.

La quarta fase è l’Interiorizzazione in cui, permeati intimamente della musica, riusciamo a portarla con noi in modo consapevole grazie al lavoro svolto. In tal modo si entra più profondamente in contatto con il mistero del mondo dei suoni rafforzando e mantenendo unico l’incontro spirituale con la musica.

Come avvicinarsi a Musicosophia

La Scuola Internazionale di Musicosophia, sita a St. Peter (Friburgo-Germania), in collaborazione con conduttori di vari paesi europei (Germania, Italia, Francia, Spagna, Austria, Olanda Svizzera) e del Centro e Sud-America formatesi presso la stessa scuola, propone seminari di iniziazione al metodo e cicli di formazione finalizzati ad approfondire maggiormente Musicosophia. Essa è la prima scuola consacrata ai bisogni e alle attitudini dell’amante della musica, per il quale ha concepito un programma di formazione sistematica.

Grazie ad un insegnamento ben strutturato con un metodo pedagogico appropriato, gli ascoltatori acquisiscono nel corso di tale formazione un insieme di conoscenze che dà loro la possibilità di intraprendere delle ricerche e di comprendere la musica in maniera autonoma sollecitando la loro creatività esattamente come faremo insieme in questa sede sabato 3 febbraio 2018.

L’arte dell’ascolto della musica ha in sé la forza di aiutare le persone a trovare una direzione nella loro vita quando soprattutto incontrano momenti critici nella loro esistenza. Mettendo in contatto con la forza generatrice del suono originario dà la possibilità di crescita e di ritrovamento del sé spirituale in una condivisone profonda con l’umanità.

Cinzia Fierro

Vi aspettiamo numerosi ai nostri incontri dedicati alla Musicosophia, a partire da sabato 3 febbraio 2018.

Se volete maggiori informazioni e cogliere l’occasione di frequentare questo appassionante percorso

potete contattare  –  fierrocinzia@alice.it

Buon ascolto!

 

Musicosophia: tre incontri sulla “solitudine”.

Come l’hanno superata 3 grandi compositori : Schubert, Beethoven, Mozart.

Sabato 3 e 17 febbraio – 3  marzo 2018 nella sede della Scuola Stella Maris

Tag:antroposofia, ascolto, formazione, George Balan, incontri, musica, musicosophia, musicoterapia

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Stella Maris
Il risanamento è il ricongiungersi di ciò che si era disunito, ricreando la totalità originaria. Guarire vuol dire ricreare l'unità perduta, tramite il fare pittorico.

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    1 Commento

  1. mm
    Stella Maris
    6 Febbraio 2018
    Rispondi

    L’incontro sulla Solitudine come viaggio interiore ha s?bito mostrato il feeling tra i 15 partecipanti e la relatrice Cinzia Fierro.
    Apprendere di essere capaci di un ascolto consapevole della musica anche quando non se ne sa leggere una singola nota
    – ad esempio della Sonata per pianoforte n.22 in La maggiore D. 959 di Schubert – ? il risultato sorprendente che ci ha accomunato.
    La prossima piacevole sorpresa sar? con Beethoven, sulla Solitudine come ricerca continua dell’essere, sabato 17 febbraio alle 9,3o
    in via Saffi, 30 a Bologna nella sede della Scuola del colore Stella Maris. Vi aspettiamo

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